martedì 28 maggio 2013

Verso la nuova casetta, secondo Pablo

 Annamo bbene, annamo proprio bbene... Comincio a credere che qualcuno, lassù, ce l'abbia con me. Probabilmente qualche mio antenato non si è comportato bene, aveva una passione innata per i polpacci dei postini o per le ruote delle auto, magari faceva pipì sui pantaloni degli ospiti di casa, chissà... E a me adesso tocca espiare la sua colpa. Altrimenti non si spiega. Già sono paraplegico, e non è che questo sia il massimo della vita: quelli come me li chiamano "diversamente abili", sarà ma io non ho ancora capito a cosa sono diversamente abile, quel che è certo è che non sono abile a camminar da solo. Adesso, come se non bastasse, mi hanno avvolto come un salame in questa tutina verde... Han fatto questo a me, fiero maschio di molosso con sangue rottweiler nelle vene! Sì, ok, ho una pallina sola... Ma è sufficiente per essere considerato maschio, direi. Non stiamo a guardare il pelo nell'uovo. Ecco, mi hanno infilato questa tutina verde, dicevo, e mi hanno portato di peso qui, in mezzo a tutti questi piedi... Ci manca solo che qualche piede finisca dritto sulla mia zampa. Succederà, prima o poi: corrono tutti troppo in fretta! E che caos, quante voci che rimbombano, soprattutto quella forte, metallica, che ripete sempre più o meno le stesse cose... Odiosa, sapessi da dove arriva, la morderei!
Mi preoccupano le mie mamme. Sono qui con me, Tanya e Maria Concetta... Ma sono nervose, agitate, peggio di me quando mi accorgo che la pappa è in ritardo. Si guardano intorno, tormentano quell'oggetto luminoso che chiamano "telefonino" e che non mi permettono mai di assaggiare... Che succede?

Urca, oggi le novità si sprecano! E questi due energumeni chi sono? Che fanno con Tanya? E perché sono anche loro tanto agitati? Ehi fermi... Che è tutta questa confidenza? Giù le mani... "Patatone" a chi? Ma come vi permettete? Sono sempre il fiero maschio di molosso eccetera eccetera io! Che è quella roba? Pastiglie? Ancora medicine, no, basta eh, ma... Aughf... Gulp... Ecco, manco ti sei presentato e mi hai già ficcato le dita in gola. E adesso? Si va a spasso? Beh sì, in braccio non si sta poi così male, dai... Se un destino infausto sta per compiersi, meglio godersi le ultime coccole. Tante coccole... Quante coccole! Possibile che abbiano cattive intenzioni, questi due che parlano così diverso dalle mie mamme, se mi pacioccano così?

...ma ho sonno... Tanto sonno, mi cala la palpebra... Ehi, un attimo, fermi, il trasportino no! Aiuto, no, qui dentro non ci voglio entrare! Aiuto, SOS, Mayday! Non è giusto... Perché io in galera e voi fuori? E' la vostra, la specie pericolosa... Che sonno... Vedo tutto offuscato, qualcuno mi aiuti, vi prego, spiegatemi che succede... Biglietti, carico, stiva, che significa? Continuano a dirmi che devo stare tranquillo, tranquillo un corno, voglio il mio avvocato, ho diritto al mio avvoc... Zzzzzz...

Zzzzzz... Dove sono... Mi han caricato su una gondola? Ondeggia tutto... Che mal di testa, dove mi stanno portando? Sono ancora i due energumeni... Ma quanto fa freddo qui? Dove diamine sono capitato? Brrr... Freddo, umido, piove! Oh mamma mia... Ecco, finalmente la terra sotto i piedi, anzi sotto il trasportino. L'energumena mi parla dalla grata, pare che si debba aspettare... Aspettare cosa, chi? Quanto rumore... Ahi, si riprende a ballare, mi riportano via... Ci mancava il viaggio in auto, porcaccia miseria, io patisco l'auto! E fa freddo... Chi l'ha data, la patente, a questi qui? Lo sento, la mia fine è vicina... 

Il motore si è spento. Allora forse non tutto è perduto, anche se qui non c'è il sole, piuttosto una luce da giudizio universale. Sono stordito e stanchissimo... Dove sono le mie mamme? Dov'è Tanya? Mi hanno abbandonato? Sono stato dinuovo abbandonato? Non posso crederci...

...ma sarai mica tu la mia nuova mamma? Non so se sia così, ma posso crederci lo stesso? Ho bisogno di una mamma, sono piccolo, anche se tu brontoli per il mio peso mentre mi porti in braccio su per le scale... Ehi, però. Mica male questo posto. Ci sono delle coperte, c'è una ciotola, c'è un divano, una poltrona, tante sedie che sembrano messe lì apposta per essere masticate... Un bel pavimento liscio; mi ci posso trascinare senza farmi male. Ci sono tanti umani, si affaccendano tutti intorno a me? Quante mani che mi coccolano... Ma vuoi vedere che... Ooooh, finalmente un mio simile, ciao, piacere io sono Pablo! Come dici? Céline? Wow, sai che sei molto bella Céline? Ma sì, sei timida... Un altro mio simile! Skipper? Ahi, mi sa che a te non vado tanto a genio... Sì lo so, sono maschietto anch'io, ma vedi, vengo in pace! Promesso, non ti ruberò gli ossi né ti invaderò la cuccia, ma vuoi giocare un po' con me?

Forse comincio a capire. Come l'altra volta, quando la mia prima mamma mi ha portato via da quell'asfalto che faceva tanto male. Forse la mia prima mamma aveva troppi piccoli come me a cui badare, però sono certo che mi volesse tanto bene. Deve aver fatto in modo da trovarmi un'altra mamma, magari non proprio come lei, ma quasi. Non vorrei essere precipitoso, sono appena arrivato, ma occhio e croce direi che ha scelto proprio bene!

[24 marzo 2013: in aereo da Catania a Torino, Pablo verso la sua nuova famiglia]