mercoledì 18 settembre 2013

Miracoli

Come ogni sera, esco in giardino per recuperare Pablo ed accompagnarlo a nanna. Ho un bel chiamarlo: nessuna traccia di lui. Pablo, Pabloooo!!! Perlustro il territorio: ecco, il marrano sta inseguendo chissà che nell'angolo più buio del giardino. Lo chiamo con voce imperiosa: "Pablo!". Questa volta, si convince che sia più saggio obbedire... Un nanosecondo: ha già travolto quel che resta della povera rosa sulla sua traiettoria, è saltato - sì, saltato! - sul battuto di cemento e si è già schiantato contro le mie tibie. La massa di Pablito, già tutt'altro che trascurabile, più quella del carrellino. Con tutto il suo entusiasmo, che si traduce di solito in una terrificante colata di bava. Non impreco neanche più: ormai le tibie han fatto il callo. "Pablo, è ora di nanna". Giro i tacchi e mi avvio: basta un cenno; dietro di me, il rumore di ferraglia mi conferma che il mio piccolo rottweiler malriuscito è lì, passo dopo passo. Proprio come farebbe qualsiasi altro cane. Gli accarezzo il testone, gli stringo il muso tozzo da molosso, tocco la sua fronte con la mia.

Pablo, io non credo ai miracoli. Tu sei la mia unica eccezione.

sabato 14 settembre 2013

Nove mesi di Pablo

Il piccolo Pablo ormai è grande.

Lo testimonia il calendario: il 10 settembre, pochi giorni fa, Pablito ha compiuto ufficialmente nove mesi. Ufficialmente, appunto, ma, giorno più, giorno meno... La data serve solo per sapere quando è ora di accendere la candelina.

Lo testimoniano le ruote del carrellino: sostituite con un altro paio, nuove di zecca, più grandi, perché le zampone anteriori ormai sono lunghissime.Ogni tanto, anche così, il piccolo delinquente si ribalta ancora; come pilota, bisogna ammetterlo, non vale granché. Non riesce a prender le misure dell'ingombro: e come posso sgridarlo, io che non riesco a centrare un parcheggio se non è una piazza d'armi deserta? Per fortuna, i suoi amici umani, quelli che non mancano mai di mandargli un saluto attraverso le sbarre del cancello quando passano sotto il viale, si preoccupano persino di suonare il campanello quando lo vedono a ruote all'aria. Non sempre me ne accorgo io per prima!

Lo testimoniano, infine, le dimensioni delle sue cacche... Per ora le rimuovo ancora con la pala da neve, ma ho ordinato un escavatore, altrimenti qui non ci si salva. Sto pensando di mettere su una centrale a biomasse: il carburante sarebbe bio di sicuro... Quanto alle masse, ce n'è da vendere! Sono convinta che Pablo abbia il potere soprannaturale di moltiplicare la materia. La quantità che entra da una parte è evidentemente inferiore, ma di molto, alla quantità che esce dall'altra... Del resto, il mostriciattolone peloso non è mica l'unico, sulla terra, a potersi vantare di tale dote. Ci sono anche i bicchieri "infrangibili": provate a lasciarne cadere uno per terra... E, quando avrete finito di raccogliere i frammenti e tirare giù santi dal calendario, vi ritroverete con una quantità di vetro sufficiente a creare un intero servizio da sei.

Le orecchie svettano, finalmente entrambe dritte ed orgogliose. Quando ci si avvicina al cancello di casa, dal viale, le due antenne nere spuntano come razzi pronti al lancio. Il caratterino è formato: troppo buono con gli esseri umani, che avrebbe tutto il diritto di odiare a morte, ma cocciuto e disubbidiente senza speranza. Del resto, io non sono né un'educatrice adeguata, né tantomeno un esempio da seguire. Il testone è enorme e gli occhi... Beh, adesso sì, c'è voluto un po' di tempo, ma adesso quelli sono occhioni davvero espressivi. Quelli che ti ritrovi addosso all'improvviso, mentre si va a passeggio: un istante lungo una vita, in cui i suoi occhioni neri con la lunetta bianca incrociano i tuoi, uno sguardo per dirti "tu sei qui, io sono qui, va tutto bene". E poi via, subito, naso a terra a caccia di odori. Piccolo Pablo, ti voglio bene!