venerdì 12 luglio 2013

Debutto in società

Il debutto delle PabloRuote in società a Carmagnola è quasi in sordina: giovedì mattina, o meglio giovedì notte, a passeggio alle quattro sotto il viale di fronte a casa ci siamo, guardacaso, solo noi. Una brezza leggera agita le foglie dei tigli, l'unico segno di vita. Dovrei cascare a terra dal sonno: invece, provvede l'entusiasmo a tenermi più sveglia ed allegra che mai. Pablo trotta come se l'appendice in alluminio fosse da sempre parte di lui: non si perde un odore che sia uno, schizza a zigzag, sotto ad una panca, dietro al bidone. Stento ancora a crederci. Pablo, così. è un cane quasi normale; autonomo quanto basta da poter restare in giardino a zampettare da solo, inseguire una palla, spostarsi per mangiare o per bere, esplorare il mondo. Non troppo però: è un carrellino, non un carro armato; meglio quindi evitare le aree più impervie del giardino. Ditemi quel che volete, ma io su quel musetto da cucciolo curioso leggo un bellissimo sorriso.

Pochi giorni e Pablito, tra i vicini, è già una star: basta un giro in centro, in una di quelle sere in cui d'estate io negozi restano aperti fino a tardi e molti si dedicano allo struscio, per fare collezione di sguardi allibiti, silenzi improvvisi che troncano le chiacchierate nei capannelli, qualche audace che si avvicina a chiedere ragione di un cane con le ruote. Novità e curiosità prima di tutto: poi, so benissimo che molti, a distanza di sicurezza, non risparmieranno commenti sarcastici e sprezzanti. Ma in molti l'entusiasmo e genuino: non puoi fingere l'amore per il genere canino, se non lo vivi e non lo conosci davvero. "Egli si va, sentendosi guardato, benignamente d'umiltà vestuto" e non si fa scappare una carezza che sia una; ha ragione mammà, si sente davvero cane! Con lui non si passa certo inosservati: è contenta anche mammà, che prima si crucciava perché convinta che l'intero orbe terracqueo non avesse altro da fare che scrutare i segni del suo handicap. Ora nessuno bada più a lei: non le baderebbe nemmeno se indossasse cappello e naso rosso da clown. E' Pablito che ruba la scena... Ed è indimenticabile il momento in cui, accanto a noi, compare un uomo in carrozzina che si avvicina e gli tende la mano. Sei ruote, due anime, lo stesso destino vigliacco. "Cosa gli è successo?", mi chiede l'uomo. Gli racconto, in breve, la storia. "Siete stati bravi a prendervene cura", aggiunge, senza staccare gli occhi di dosso a Pablo. Chissà se anche lui ha qualcuno che "si prende cura". Lo spero tanto. Se solo osassi, vorrei conservare questo momento in una foto. Ma esito a chiedere il permesso... E un attimo dopo è già troppo tardi. Ma forse è meglio così. Coraggio, Pablo, in fondo tu una gran fortuna ce l'hai. Sei nato cane; chi ti ha rotto le vertebre non ha spazzato via i sogni ed i progetti di una vita intera. Tu sei nato cane e ti basta poco per essere felice, anche così: una ciotola piena, una mano che ti accarezzi, un capolavoro di meccanica, alluminio e gomma per correre. E per vendicarti contro Céline dei tre mesi di dispetti che ti ha inflitto finora: sarà battaglia dura!

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