venerdì 12 luglio 2013

Le PabloRuote!


Non poteva sapere cosa volesse dire "correre", lui. O forse sì, lo sapeva perché vedeva correre Skipper e Céline, vedeva correre me che mi sforzavo di sostenerlo con il sospensore, mentre lui si lanciava in un inseguimento impossibile, ma non poteva avere nelle zampe la sensazione della corsa. Eppure non ho le traveggole: è vero, sono reduce da un'alzataccia alle tre di notte e cinquecento e passa km al volante, ma quel che vedo proprio la nuova versiona spider di Pablo. Questo piccolo diavolo peloso ha le ruote da due minuti scarsi e già trotta come un cavallino. Mi ricorda tanto le mitiche automobiline radiocomandate con cui giocavo in giardino da bambina, una delle mie passioni sfrenate di allora, con la differenza che qui non c'è nessun radiocomando... La guida è il cervellino gioioso di un cagnotto che oggi, per la prima volta, non ha più nulla da invidiare ai suoi scodinzolanti simili a quattro zampe motrici.

Tutto è cominciato su Internet, a dispetto di coloro che considerano la rete un passatempo per nullafacenti o, peggio, una sorta di strumento demoniaco di perdizione. A caccia di qualcosa o qualcuno che tratti carrellini per cani con handicap, perché sì, so che qualcosa del genere esiste. Mi imbatto nel sito "Carrellini del Mago", proprio quel che fa al caso mio e, soprattutto, di Pablo. Perdo ore incantata a scorrere le foto delle meravigliose creazioni di questo artigiano: cani di tutte le razze e non razze, di tutte le taglie, con problemi di vario genere, dalla paralisi alla mancanza di un arto alla debolezza dovuta alla vecchiaia; ciascuno con il proprio carrellino, fatto su misura. "Code felici" è il titolo dell'album di immagini. Ruote posteriori, ruote anteriori, quattro ruote, ce n'è per tutti i gusti e tutte le esigenze. E non solo per cani: anche per gatti, persino per conigli... Dulcis in fundo, tra i pelosi a rotelle c'è persino una nutria! Volgarmente detta la pantegana...
Mea culpa, impiego un po' di tempo a decidermi, un mese ed anche più. Nemmeno io conosco il vero motivo della mia inerzia, forse una segreta speranza di poter recuperare qualcosa della funzionalità delle zampe di Pablo, forse l'illusione di essergli io stessa sufficiente per le esigenze di movimento, forse il dubbio che tutto ciò in realtà non serva a nulla... Ma Pablo cresce, è sempre più pesante e sempre più vivace. Sollevarlo ed accompagnarlo a braccia diventa difficile e frustrante per entrambi; la sua camminata, così, è innaturale, sbilenca, brutta. Aggiungi le insistenze di un paio di amici e di mammà, quella che "non lo voglio neanche vedere quel cane": è lei che preme con più determinazione perché noi si vada tutti a Treviso, direttamente dal Mago. Ma mamma, possiamo farcelo spedire, il carrellino... "Ma così facciamo un viaggio insieme". Urca... Parole che non le ho mai sentito proferire in quasi 32 anni di esistenza. Ok, non c'è altro da aggiungere, si va a Treviso.

Il lavoro preparatorio è importante: tocca prender le misure di Pablo, in lungo ed in largo, e scattare qualche foto al modello più indisciplinato della storia della fotografia. Piantala, bestio, guarda che Dolce & Gabbana non ti ammetteranno mai ad una sfilata, se tu continui a cercar di mordere l'obiettivo della fotocamera! Compilo diligentemente il modulo d'ordine del carrellino, trovato sul sito internet: modulo realizzato con tutti i crismi, che richiede sì le misure, ma anche molti dati sull'origine e sulle abitudini di vita del candidato alle rotelle; tanti dettagli che io, da profana, avrei tralasciato... Compreso quello che il Mago stesso mi chiede di chiarire per telefono: le zampe paralizzate di Pablo sono rigide o si piegano?

Il Mago è mago di nome e di fatto. Tempo pochi giorni e mi annuncia, con la sua bellissima parlata veneta, che il carrellino è pronto. Detto, fatto: mercoledì 3 luglio, giorno del compleanno di mammà, mi butto giù dal materasso alle due e mezza, dopo essere andata a nanna a mezzanotte per incombenze di ufficio; mando a far la passeggiata i due bestioni bianchi, riempo le loro ciotole con la pappa già preparata il giorno prima; accompagno a spasso anche Pablo, con il sospensore; gli do la colazione ed una pastiglia di Killitam, per assicurare a lui un viaggio indolore ed a me un viaggio immune da crisi isteriche. Sveglio mamma, riporto le meraviglie bianche in casa, preparo uno scatolone con stracci, giornali vecchi, crocchette, acqua, ciotola, detergente per Pablo e detergente per l'auto in caso di catastrofi intestinali; preparo un'altra scatola con qualcosa da mettere sotto i denti per gli umani, recupero Pablo che nel frattempo ha ripreso a dormire, carico tutto nel bagagliaio della Zafira e la madre sul sedile passeggero. All'alba delle quattro e mezza, si parte. Avevo previsto, ed annunciato al Mago, il mio arrivo a Treviso intorno alle nove del mattino: in effetti, fino a Venezia tutto fila liscio; Pablo è tranquillo, stroncato dal Killitam; io sbadiglio dal sonno fino a slogarmi la mascella, ma resisto. In fondo, a me è sempre piaciuto tantissimo guidare, anche in autostrada. Mettermi al volante nella notte e guidare per chilometri e chilometri sempre uguali, con la radio a palla ed i pensieri liberi... Ho il sospetto che quello del camionista sarebbe stato un buon mestiere per me. Di certo più adatto di quello in cui mi sono malauguratamente imbattuta.
Un'uscita sbagliata dall'autostrada, una ventina di km per stradine disperse e paesini traboccanti di gente per le sagre, il panico a Treviso fanno sì che l'orario previsto di arrivo si allontani senza misericordia. Appartengo ancora alla vecchia scuola di quelli che detestano il navigatore e potrebbero scagliarlo fuori dal finestrino al secondo ordine che l'aggeggio osasse pronunciare... Per fortuna, il Mago è anche una validissima guida turistica telefonica. Uscita dalla tangenziale direzione aeroporto; semaforo, grossa rotonda; a sinistra, un semaforo, tre rotonde, alla terza a destra, poi subito a sinistra... Sono le undici passate quando finalmente il motore della Zafira trova pace.

Il piccolo Pablo, per non smentirsi, ricambia la gentilezza dell'accoglienza con una bella pipì sul pavimento del garage. Tempo un minuto ed eccolo prigioniero tra le sapienti mani del Mago, che gli mettono su le ruote e gli regalano, è proprio il caso di dirlo, le ali. Il botolo resta interdetto, ma solo per una frazione di secondo: alla luce abbacinante di questa splendida giornata estiva, lo vedo schizzare via come una saetta, fuori dal cortile, per la strada. All'altro capo del guinzaglio, il Mago. Partiti: un bel giro esplorativo tra le casette e le aiuole del quartiere; qualche foto, qualche filmato. Il Mago mi spiega per filo e per segno tutto quel che c'è da sapere sul carrellino: sistemazione, revisione, riparazioni, possibili problemi. In effetti, più guardo questo aggeggio e più mi meraviglio di quanto sia elementare nella struttura eppure geniale per le possibilità di movimento che offre al cane. La pettorina con i ganci per fissare le sbarre laterali, il supporto a cui legare le zampe posteriori perché non sfreghino a terra, la stoffa morbida per evitare piaghe all'inguine...Non c'è un solo particolare che non sia stato curato. Che persona stupenda, questo Mago. E Pablo? Lui trotta, quasi incredulo, e sorride... A me vien quasi da piangere, a mammà pure, ne sono sicura. Ma è nascosta dietro al suo telefonino, tutta presa dal ruolo di fotoreporter. Lei che non voleva saperne del telefonino, perché tanto "non sono capace, non imparo", e che adesso ha le dita della mano destra più allenate di quelle di Manolo, a furia di scrivere messaggini!

Improvvisiamo, il piccolo ed io, i cento metri piani nel bel mezzo della via: al primo giro, il galoppo è maestoso; al secondo giro, beh, quasi quasi gli attacco la corda per il traino... Ma povero piccolo, avrà tutto il tempo per allenarsi. Ci vorrà qualche giorno, mi spiega il Mago, perché i muscoli si riabituino alla posizione corretta. Le zampe anteriori, adesso, sono quasi deformi.

Osservo i due personaggi, uomo e cane: il primo quasi in ginocchio accanto all'altro, gli accarezza il testone. Uno così non può che essere una persona meravigliosa: uno che conosce davvero a fondo il mondo canino e che, soprattutto, lo ama.

Il momento del congedo porta con sé una buona dose di malinconia. Quasi mi dispiace andarmene, ma ora il carrellino c'è, le istruzioni le ho avute, bisogna togliere il disturbo. Carico in auto un Pablo ansimante e disfatto dalle troppe travolgenti novità, raccatto  mammà che ha ormai colmato di foto la memoria del telefonino, saluto e metto in moto, senza saper esprimere un granello di quella valanga di gratitudine che provo per lui. Torniamo verso il centro di Treviso, per un giro turistico ed un gelato: Pablito ha avuto la sua pappa; noi umane, invece, siamo digiune dalle tre del mattino!
Il primo esperimento di sistemazione del carrellino in autonomia occupa un viale alberato nei pressi del centro: poche, semplicissime operazioni; il marchingegno si sistema con la stessa rapidità con cui i meccanici di Formula Uno completano il cambio gomme. Peccato che il quadrupede, al contrario di me, mal sopporti il caldo afoso trevigiano del primissimo pomeriggio; si sforza di trottare, ma non riesce a dissimulare una stanchezza infinita. Anche se, per salvare l'onore di maschio molosso, non si tira indietro quando c'è da litigare furiosamente con un bel pastore tedesco di guardia ad un giardino. Pablo, Pablo, puoi ringraziare che tra te e lui ci siano le sbarre...

La passeggiata è breve, ma sufficiente a destare la curiosità incredula di automobilisti e passanti. E' che il piccolo è proprio stremato: meglio non sfinirlo del tutto. Si torna all'auto, si carica il carrellino ed il fagotto informe che un attimo prima ci stava sopra e si riparte, destinazione Carmagnola, tra cinquecento e più km. In via del tutto eccezionale, proprio per il bene del mio carico peloso, per la prima volta da quando viaggio con la Zafira, accendo il condizionatore. Al minimo, beninteso, perché sono nemica giurata del condizionatore, amo la calura. Viaggiando verso ovest, non ce ne sarà più bisogno: sarà una robusta coltre di nuvolacce nere a sostituirne la funzione. Nei paraggi di casa ci accolgono tuoni, fulmini e saette: nulla, in confronto alle scintille che scoccheranno dalle Pabloruote da domani in poi!

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