giovedì 31 ottobre 2013

Carrellini in fuga!

Mai credere di aver già visto tutto, nella vita. Proprio vero. Perché poi capita che, un'uggiosa mattina di ottobre, tu debba uscire di casa per andare in palestra. Cielo plumbeo, foglie ingiallite di tiglio a terra, marce di pioggia. Ti avvii al cancelletto a passo svelto, inseguita dal tuo "piccolo" Pablo, che di piccolo non ha più nulla; gli fai due pacche sul testone; togli di tasca un fazzoletto di carta per ripulirti la mano dalla colata di bava che è il veicolo del suo entusiasmo. Ti scusi con lui perché sei sempre in giro e passi troppo poco tempo in sua compagnia; incroci i suoi occhioni neri e neanche immagini quale torbido pensiero si celi dentro quel cranio tondo e nero...
Capita che tua madre sia proprio lì accanto al cancelletto e te lo tenga aperto mentre tu, con il borsone da palestra ben assestato a tracolla, sali in sella alla vecchia bici da passeggio ed esci sotto il viale. Capita che, subito, tu metta un piede a terra per sistemare meglio il borsone... E che, come un fulmine, tu ti veda sorpassata a velocità folle dal tuo cane. Il tuo cane paralitico, che è stato più veloce di tua madre, s'è infilato nello spiraglio del cancelletto con tutto il suo ambaradan di carrello d'alluminio e corre via come una biglia impazzita. Allora sì che tornano utili il cuore d'atleta e l'allenamento sopra soglia... Con scatto felino, salti letteralmente via dalla bici, che si abbatte rumorosamente a terra, e ti lanci all'inseguimento della belva: "Pablooooo! Pablo fermatiiiiiii!!!", e intanto misuri con lo sguardo terrorizzato la distanza sempre più ridotta tra il mostro peloso e l'incrocio al fondo del viale... Già immagini Pablo in mezzo alla strada, un'auto che non riesce a fermarsi e lo travolgerà... Il borsone ormai incastrato addosso ti rallenta, le braccia protese in avanti sono ancora troppo lontane da lui, il piccolo bastardo che ti lancia all'indietro uno sguardo carico di beffa... Il disperato istante in cui capisci che non ce la farai mai...

...qualcosa sotto un cumulo di foglie per un attimo lo distrae: un'impercettibile deviazione, la velocità del mostro a zampe e ruote per un decimo di secondo scema, cogli l'attimo: la mano afferra la pettorina. Finalmente. L'inerzia fa sì che il borsone ti rovini sulla testa, ma non importa, le dita ghermiscono la pettorina e non la mollano più... Un attimo solo, per prendere fiato, e poi la gragnuola di scapaccioni che si abbatte sulla testa del demonio peloso: "Mai più Pablo!!! Non lo devi fare mai più!". E ti senti addosso lo sguardo sdegnato delle madame che, passando di lì, vedono un'aguzzina spietata accanirsi su un povero animale paraplegico...

...riporti Pablo verso casa, saldamente appesa alla sua pettorina. Cammini curva e lo sgridi: quello ti guarda, trotterella e quasi sorride, come dire "Ah ah, te l'ho fatta". Ti verrebbe voglia di staccargli la coda e fargliela passare da un orecchio all'altro... Poi gli dai un ultimo scapaccione, quasi affettuoso, lo tuffi in giardino sotto lo sguardo attonito di tua madre che è rimasta impietrita dalla sorpresa, raccogli la bici da terra, con la testa che sembra voglia schizzar via da in mezzo alle orecchie, tanto pulsa. Il cuore in gola, pare una mitraglia. Beh, guardiamo il lato positivo; oggi in palestra puoi fare a meno della fase di riscaldamento. Sei già perfettamente in temperatura!

mercoledì 23 ottobre 2013

Riflessioni davanti all'oblò della lavatrice

Caro il mio Pablo, a ben pensarci, secondo me, c'è qualcosa che non va. Ah sì, scusa, ho saltato la premessa... Ragionavo a voce alta. Ammesso che quei flebili segni di vita del mio unico neurone si possano definire, nel loro insieme, ragionamento. E' che ho appena dato il via all'ennesimo ciclo di lavaggio in lavatrice dei tuoi panni... Il secondo, solo di oggi. A quest'ora, perché di notte la corrente elettrica costa meno. Tanto qui non ci sono vicini che si scocciano per il rumore.

Che c'entra la lavatrice? C'entra, eccome. Adesso ti spiego il motivo. Vivere con un cagnotto come te, caro Pablito, è una soddisfazione, per un bel po' di ragioni. Ma non per quelle che potrebbero sembrare più ovvie. La tua adozione ha mandato in brodo di giuggiole il mondo degli "animalisti", chiamiamoli così. Un'azione degna di un profondo amante del mondo animale? E, in senso lato, amante della natura? Mah, non ne sarei così sicura... Qualche giorno fa è arrivata l'ultima bolletta dell'acqua: una cifra che manco una famiglia di quattro persone spende in sei mesi. Guardacaso, gli ultimi sei mesi, in cui tra le mura di casa mia (e un po' anche tra le palle) c'eri già tu. Per tenerti la cuccia pulita, consumo più acqua io di quanta se ne sia usata per raffreddare il reattore di Fukushima. E l'inquinamento è pari, se non peggio, vista la quantità di detersivo che mi tocca rovesciarci dentro. Se poi consideriamo che, un giorno sì e l'altro pure, caro il mio Pablito, tu ti inventi una piaga nuova... A me tocca curare che tutto sia il più possibile igienico. E vai di candeggina e lisoformio e amuchina. Dubito che l'ecosistema gioisca di tutto ciò. La natura è dura, non consente di vivere a chi non è adatto ad affrontare la vita; uno come te, Pablo, in natura sarebbe spacciato. Qui c'è di mezzo un bello sconvolgimento delle regole della natura, altro che. E pure del mio conto corrente: oltre alla sopracitata bolletta dell'acqua, anche quella dell'energia elettrica ha il suo bel perché...

Per non parlare della quantità di medicine che hai già ingurgitato nei tuoi quasi undici mesi di vita. Medicine, quindi probabilmente sostanze testate su altri animali come te. Amara e scomoda verità, ma verità. Non mi parlino di omeopatia e cavolate varie: se ti avessi curato con l'omeopatia, caro il mio Pablito, a quest'ora saresti già da tempo a tener compagnia al Belzebù canino; puoi dire grazie agli antibiotici se sei ancora qui a scorrazzare e far danni. Un urto per la coscienza, più irritante del gesso che stride sulla lavagna, ma al momento non saprei come porre rimedio al controsenso.

Dulcis in fundo, ma questo me l'avevano già fatto notare: con quel che costi tu, Pablito, si potrebbero mantenere in condizioni dignitose di vita chissà quanti cani sani che languono nei canili. Una vita a metà pesa più di tante vite intere.

Tutto vero. Razionalmente, Pablito, la tua esistenza non ha senso logico. Per fortuna, e dico fortuna tua ma anche mia, l'amore, di logica, non ha mai capito un accidente.

lunedì 14 ottobre 2013

Altri guai in vista?

- Dai Pablo, è ora di nanna adesso...

- Dinuovo nanna? No, mamma, dai, non voglio andare a nanna, c'è il sole, lasciami fuori a correre...

- Dai Pablo, non protestare... Hai la zampa gonfia, lo sai. Non puoi stare troppe ore sul carrellino.

- Ma no mamma... Che m'importa della zampa? Quella non è una zampa, io non la sento, non mi fa male, non è mia... Io ho due zampe e due ruote, dai mamma, lasciami le ruote! Voglio correre dietro a Céline...

- Per favore, Pablo, non farmi venir matta, dai. Devo metterti a nanna. Credimi, se fosse per me, vorrei vederti correre venticinque ore al giorno, con le zampe o con le ruote, come preferisci... Ma quella zampa dobbiamo metterla a posto. Lo vedi, com'è grossa. E lo sento io, quanto è calda. Vieni tesoro mio... Qui c'è la cuccia pulita, il cuscino con il vecchio golf di lana che è bello morbido.

- E va bene mamma... Io però sono proprio stufo... Prima o poi ti mordo, eh, guarda che ti mordo sul serio! Non è colpa mia se ho tutti questi guai... Ogni giorno ce n'è una nuova, e poi la cremina, il disinfettante, la fasciatura, l'iniezione... Non è che hai deciso di fare l'infermiera e ti vuoi esercitare su di me?

- Dai Pablo, lasciami la manica, su, basta con tutta questa bava. Sei proprio un cagnotto maleducato. Non la vedi, questa zampa? E' tutta una piaga... Cicatrene, Connettivina, Betadine, Veterabol, non so più cosa usare per far chiudere queste ferite. Senza contare tutte le porcherie che ti ho già propinato in pastiglie nella pappa... Sei peggio di un animale da laboratorio di sperimentazione, tu! Sì, sì, lo so che non è colpa tua... Non fare quello sguardo da orfanello, che mi spezzi il cuore. Sei il mio coccolone preferito... Un po' di pulizia del pelo con la schiuma, dai, senti che buon profumo di borotalco. Lo so, è inutile, tempo trenta secondi e torni a puzzare come una discarica, d'altronde sei masculo e si sa che l'omo ha da puzzà. Adesso ti gratto...

- Uuuh sì, grazie mamma... Fantastico, ecco così, sul collo, dietro l'orecchio, grrrr... E' una scocciatura, sai mamma? In effetti le ruote vanno bene per correre, ma non per grattarsi dietro le orecchie... Mi piace tantissimo quando mi gratti tu! Faccio le fusa come i gatti, anche se a me i gatti stanno proprio antipatici.

- Ecco qui... Una bella grattata. Quanto sei bello con questo testone tondo... Queste orecchie a parabola! E questi occhioni neri... Sei un ruffiano sai? Ora aspettami qui un attimo... Ecco qui la borsa dell'acqua calda. Lo so, forse esagero, ma tu sei un cagnotto siculo, arrivi dal caldo... Qui fa freddo, è tutto umido. Ecco, la borsa dell'acqua calda contro la schiena e la copertina di lana tutta addosso. Bravissimo patato. Fai nanna adesso. Tra un paio d'ore ti porto un'altra borsa calda. Le ruote te le lascio qui; promesso, tra un po' ti faccio correre dinuovo. Tu però, in cambio, cerca di guarire, così anch'io mi metto un po' il cuore in pace...

martedì 1 ottobre 2013

Guida pericolosa

Ogni tanto mi viene il dubbio che per te, Pablo, non basti il normale veterinario. Credo sia opportuno contattare un buon esorcista. E che diamine... Sei un cane paraplegico! E' vero, è vero, ho fatto di tutto per convincerti che ce la potevi fare, che avresti potuto correre quasi come gli altri cani... Ma avevo detto "quasi"! E adesso mi ritrovo una specie di robocop canino che viaggia per il giardino in spregio ai limiti di velocità, sferragliando e cigolando. Attila, devo ribattezzarti. Dove passi tu, non cresce più un filo d'erba... E, se malauguratamente decidesse di crescere lo stesso, povero filo d'erba, tu fai che depositarci sopra una montagna di cacca e via. Non puoi masticare tutto quel che ti arriva a tiro: almeno l'intonaco dei muri, per favore, lascialo dov'è, che è messo lì apposta... Se ti mancano i minerali nella pappa, basta dirlo, ci sono modi più urbani per procurare un integratore alimentare. E poi vacci piano, con Céline... Va bene morderle le orecchie, appenderti alla sua coda, ma guarda che lei è una fanciulla permalosa: basta un ringhio e ti ritrovi ribaltato per lo spostamento d'aria! Travolgere quel grosso rottame che è la mia bici da passeggio, ad esempio, e fartelo crollare addosso non è stata una buona idea... Va bene che tu ti sei dato una scrollata e sei ripartito senza battere ciglio, ma mi hai terrorizzato la zia! Lo sai che lei già non sta troppo bene...

Va beh dai. Almeno un paio di lezioni a scuola guida te le devo far prendere. Sono stufa di trovarti con le ruote all'aria. Forza centrifuga, non te l'hanno insegnato a scuola? Se esageri con la velocità in curva, finisci così... Considera poi che il carrellino non è il massimo come tenuta di strada. E' inutile che poi tu stia lì con le zampe al vento e frigni. Sei un pirla, ecco cosa sei! Se non altro, posso tirarti su per la coda senza farti male...

Però hai quegli occhioni che... Come si fa a sgridarti? Lo so, io ogni tanto do di matto. Sono nervosa, ma non è colpa tua. So che lo sai... Ti limiti a guardarmi con quella tua aria interrogativa, le orecchie che si inclinano un po', come dire "Sà, qual è la scusa stavolta per sgridarmi?". Non hai colpa di nulla, e se ogni tanto combini qualche guaio che richiede l'intervento di secchio e strofinaccio... Beh, anche questo, virtualmente, lo mandiamo a casa del farabutto che ti ha ridotto così. Nella speranza che l'incontro ravvicinato con un TIR abbia già provveduto, realmente, a renderlo parte integrante del bitume.
Non guardarmi così, quando chiudo la porta. Non posso farti entrare in casa. Questa casa è un intrico di barriere architettoniche... Spigoli e scalini ovunque. Cerca di capire. E poi, guarda il Tittone, com'è diventato pigro e ciccione a furia di stare sempre in casa. Ogni tanto esco a coccolarti. Ogni tanto ti mando Céline, non protestare. Guarda il mondo, caccia le lucertole, stendi a terra le zampotte quando sei stanco. E non farmi dannare per metterti a nanna al pomeriggio. Tutti i bimbi fanno la nanna al pomeriggio e tu sei il mio: ma al contrario dei bimbi, che crescono, tu sarai cucciolo per sempre! Quindi silenzio e fila a nanna...