Mai credere di aver già visto tutto, nella vita. Proprio vero. Perché poi capita che, un'uggiosa mattina di ottobre, tu debba uscire di casa per andare in palestra. Cielo plumbeo, foglie ingiallite di tiglio a terra, marce di pioggia. Ti avvii al cancelletto a passo svelto, inseguita dal tuo "piccolo" Pablo, che di piccolo non ha più nulla; gli fai due pacche sul testone; togli di tasca un fazzoletto di carta per ripulirti la mano dalla colata di bava che è il veicolo del suo entusiasmo. Ti scusi con lui perché sei sempre in giro e passi troppo poco tempo in sua compagnia; incroci i suoi occhioni neri e neanche immagini quale torbido pensiero si celi dentro quel cranio tondo e nero...
Capita che tua madre sia proprio lì accanto al cancelletto e te lo tenga aperto mentre tu, con il borsone da palestra ben assestato a tracolla, sali in sella alla vecchia bici da passeggio ed esci sotto il viale. Capita che, subito, tu metta un piede a terra per sistemare meglio il borsone... E che, come un fulmine, tu ti veda sorpassata a velocità folle dal tuo cane. Il tuo cane paralitico, che è stato più veloce di tua madre, s'è infilato nello spiraglio del cancelletto con tutto il suo ambaradan di carrello d'alluminio e corre via come una biglia impazzita. Allora sì che tornano utili il cuore d'atleta e l'allenamento sopra soglia... Con scatto felino, salti letteralmente via dalla bici, che si abbatte rumorosamente a terra, e ti lanci all'inseguimento della belva: "Pablooooo! Pablo fermatiiiiiii!!!", e intanto misuri con lo sguardo terrorizzato la distanza sempre più ridotta tra il mostro peloso e l'incrocio al fondo del viale... Già immagini Pablo in mezzo alla strada, un'auto che non riesce a fermarsi e lo travolgerà... Il borsone ormai incastrato addosso ti rallenta, le braccia protese in avanti sono ancora troppo lontane da lui, il piccolo bastardo che ti lancia all'indietro uno sguardo carico di beffa... Il disperato istante in cui capisci che non ce la farai mai...
...qualcosa sotto un cumulo di foglie per un attimo lo distrae: un'impercettibile deviazione, la velocità del mostro a zampe e ruote per un decimo di secondo scema, cogli l'attimo: la mano afferra la pettorina. Finalmente. L'inerzia fa sì che il borsone ti rovini sulla testa, ma non importa, le dita ghermiscono la pettorina e non la mollano più... Un attimo solo, per prendere fiato, e poi la gragnuola di scapaccioni che si abbatte sulla testa del demonio peloso: "Mai più Pablo!!! Non lo devi fare mai più!". E ti senti addosso lo sguardo sdegnato delle madame che, passando di lì, vedono un'aguzzina spietata accanirsi su un povero animale paraplegico...
...riporti Pablo verso casa, saldamente appesa alla sua pettorina. Cammini curva e lo sgridi: quello ti guarda, trotterella e quasi sorride, come dire "Ah ah, te l'ho fatta". Ti verrebbe voglia di staccargli la coda e fargliela passare da un orecchio all'altro... Poi gli dai un ultimo scapaccione, quasi affettuoso, lo tuffi in giardino sotto lo sguardo attonito di tua madre che è rimasta impietrita dalla sorpresa, raccogli la bici da terra, con la testa che sembra voglia schizzar via da in mezzo alle orecchie, tanto pulsa. Il cuore in gola, pare una mitraglia. Beh, guardiamo il lato positivo; oggi in palestra puoi fare a meno della fase di riscaldamento. Sei già perfettamente in temperatura!
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