Ogni tanto mi viene il dubbio che per te, Pablo, non basti il normale veterinario. Credo sia opportuno contattare un buon esorcista. E che diamine... Sei un cane paraplegico! E' vero, è vero, ho fatto di tutto per convincerti che ce la potevi fare, che avresti potuto correre quasi come gli altri cani... Ma avevo detto "quasi"! E adesso mi ritrovo una specie di robocop canino che viaggia per il giardino in spregio ai limiti di velocità, sferragliando e cigolando. Attila, devo ribattezzarti. Dove passi tu, non cresce più un filo d'erba... E, se malauguratamente decidesse di crescere lo stesso, povero filo d'erba, tu fai che depositarci sopra una montagna di cacca e via. Non puoi masticare tutto quel che ti arriva a tiro: almeno l'intonaco dei muri, per favore, lascialo dov'è, che è messo lì apposta... Se ti mancano i minerali nella pappa, basta dirlo, ci sono modi più urbani per procurare un integratore alimentare. E poi vacci piano, con Céline... Va bene morderle le orecchie, appenderti alla sua coda, ma guarda che lei è una fanciulla permalosa: basta un ringhio e ti ritrovi ribaltato per lo spostamento d'aria! Travolgere quel grosso rottame che è la mia bici da passeggio, ad esempio, e fartelo crollare addosso non è stata una buona idea... Va bene che tu ti sei dato una scrollata e sei ripartito senza battere ciglio, ma mi hai terrorizzato la zia! Lo sai che lei già non sta troppo bene...
Va beh dai. Almeno un paio di lezioni a scuola guida te le devo far prendere. Sono stufa di trovarti con le ruote all'aria. Forza centrifuga, non te l'hanno insegnato a scuola? Se esageri con la velocità in curva, finisci così... Considera poi che il carrellino non è il massimo come tenuta di strada. E' inutile che poi tu stia lì con le zampe al vento e frigni. Sei un pirla, ecco cosa sei! Se non altro, posso tirarti su per la coda senza farti male...
Però hai quegli occhioni che... Come si fa a sgridarti? Lo so, io ogni tanto do di matto. Sono nervosa, ma non è colpa tua. So che lo sai... Ti limiti a guardarmi con quella tua aria interrogativa, le orecchie che si inclinano un po', come dire "Sà, qual è la scusa stavolta per sgridarmi?". Non hai colpa di nulla, e se ogni tanto combini qualche guaio che richiede l'intervento di secchio e strofinaccio... Beh, anche questo, virtualmente, lo mandiamo a casa del farabutto che ti ha ridotto così. Nella speranza che l'incontro ravvicinato con un TIR abbia già provveduto, realmente, a renderlo parte integrante del bitume.
Non guardarmi così, quando chiudo la porta. Non posso farti entrare in casa. Questa casa è un intrico di barriere architettoniche... Spigoli e scalini ovunque. Cerca di capire. E poi, guarda il Tittone, com'è diventato pigro e ciccione a furia di stare sempre in casa. Ogni tanto esco a coccolarti. Ogni tanto ti mando Céline, non protestare. Guarda il mondo, caccia le lucertole, stendi a terra le zampotte quando sei stanco. E non farmi dannare per metterti a nanna al pomeriggio. Tutti i bimbi fanno la nanna al pomeriggio e tu sei il mio: ma al contrario dei bimbi, che crescono, tu sarai cucciolo per sempre! Quindi silenzio e fila a nanna...
Bellissimo racconto! Sembra di vederlo...
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