Non credo di peccare di mania di persecuzione, se affermo che quest'anno il meteo sta cospirando contro di me. Ho disperatamente bisogno di un po' di sole, di temperature miti che mi permettano di pensare ad una sistemazione all'aperto per Pablo... Ma non c'è verso: passa aprile, arriva maggio, le giornate sono fredde ed uggiose, le notti gelide. Non è certo la condizione ideale per il piccolo siculo, che, oltre ad essere cresciuto in un clima caldo, è ancora tanto indifeso e tanto magro. Non è entusiasta, lui, di restare tutto il giorno in casa, nonostante io faccia i salti mortali per concedergli tutte le passeggiate possibili; non sono entusiasta nemmeno io, che ormai, tra stracci, spazzoloni e detersivi, ho già speso un capitale. Ma tant'è...
In attesa che Giove Pluvio si stufi di tormentarmi, faccio lavorare il povero sovraccarico neurone. Dunque: come residenza estiva, la tettoia potrebbe andar bene. Si è sempre definita "tettoia", in pratica è un garage senza porte; una struttura coperta in cemento, occhio e croce dieci metri quadri o poco più di superficie libera. Il pavimento è anch'esso in cemento: come fare per renderlo liscio alla perfezione, in modo che Pablo possa trascinarsi senza ferirsi? Non sono mai stata un asso nel bricolage; meglio lanciare un appello a tutti i miei conoscenti, con Facebook; confido che tra loro ci sia qualcuno che può darmi un buon suggerimento. In effetti, le idee sono tante, alcune davvero acute. C'è chi suggerisce una specie di vernice che, posata sul cemento, crea una sorta di "secondo pavimento" liscio e lavabile; soluzione che mi parrebbe assai pratica, se non fosse che non voglio creare modifiche permanenti o quasi alla struttura, dato che non sono l'unica proprietaria. C'è invece chi mi parla del linoleum, quello che si vende a rotoloni in ferramenta. Ma guarda tu... E dire che io quei rotoloni li ho sempre visti, e mai mi ha sfiorato l'idea che potesse trattarsi di finti pavimenti. Si usano anche per far giocare i bambini, mi dicono; sono lisci e facilmente lavabili. Mumble, mumble...
Un sabato mattina mi tuffo alla Prealpina, un magazzino per il "fai da te" aperto da poco a Carmagnola. Di buon'ora, così non mi tocca affrontare troppa umanità. Questo genere di negozi ha sempre esercitato su di me un fascino irresistibile, anche se a stento sono in grado di avvitare una lampadina... In effetti, entro con un'idea precisa in testa, ma subito mi perdo a vagare con occhio a palla tra gli scaffali, dalle tende per giardino ai decespugliatori, ai ricambi per i sanitari, alle cesoie, ai diserbanti, alle cucce, alle scale ed alle punte per i trapani... A fatica mi riconduco sulla retta via, verso il motivo per cui sono entrata qui dentro. I rotoloni! Allora... Eccoli qua, in un sacco di tinte e motivi diversi. C'è il disegno del finto parquet, quello a quadrettoni colorati, quello con la planimetria delle strade per giocare con le automobiline... Opto per il più sobrio linoleum bianco, su cui dovrebbe essere più facile individuare lo sporco. La lunghezza, la valuto ad occhio, perché ovviamente mi sono dimenticata di prender le misure della tettoia. Poi prendo anche un grosso pezzo di telo di plastica, quello che si usa per le serre. La mia idea è di piazzare il linoleum sul pavimento e ricoprire tutto con la plastica trasparente, da fissare ai lati con dei pesi - ho giusto un po' di piastrelle avanzate dai lavori in casa - e del nastro adesivo da elettricista. Così Pablo, strisciando, non trascinerà via il telo. Ecco, mi manca la bobina di nastro. Già che ci sono, butto nel carrellone anche un paio di flaconi di insetticida ed un sacchettone di crocchette "puppy"... Meno male che la Zafirona è grande e contiene tutto.
Tempo di rientrare a casa... E il sacro fuoco del fai da te mi coglie. Ho già paura: di solito, il risultato finale di questi raptus è penosamente, sconsolatamente molto lontano da quel che avevo immaginato. Eppure, questa volta, mi stupisco di me stessa: dopo aver disperso nell'aere litri e litri di sudore, nonostante il clima rigido, mi accorgo che in effetti è proprio questo, ciò che avevo disegnato nella mia mente. La superficie è perfettamente liscia; il pavimento è tutto a disposizione del piccolo, tranne un lato dove ho piazzato lo scaffale e la bici da spinning, per allenarmi tenendo compagnia al peloso. Sfruttando il lato inclinato della vasca in cemento, ho ricavato la cuccia coperta. Sul lato aperto del locale ho piazzato una vecchia scala a pioli a mo' di "grata" per impedire che Pablo si allontani dall'area protetta. Mi basterà lasciare sempre a disposizione una bacinella con acqua e detersivo, nonché un paio di guanti ed uno spazzolone; le "emergenze igieniche", qui, saranno più facili da gestire.
Il problema abitazione, almeno per la bella stagione, sembra risolto. Intanto, confido che, con il passare dei mesi, Pablo cresca e perda un po' della sua incontenibile esuberanza, in modo da poterlo riaccogliere in casa in inverno senza troppi disagi. Resta da risolvere il problema del sostegno: per ora, va benissimo la sciarpa sotto il pancino, all'altezza dell'inguine, ma... Pablito è destinato a crescere parecchio, così sembra; non so se e per quanto riuscirò a sostenerlo a braccia, anche se, per fortuna, non sono certo un fuscellino. Spulcio i vari siti Internet dedicati agli animali con paralisi: esistono i sospensori, le scarpine, i carrellini, insomma, qualcosa m'inventerò anche qui. Per ora sono contenta che Pablito si trovi bene all'aperto, con tanto spazio e tutti i suoi giocattoli a disposizione, con vista sul giardino, anche se il mio giardino non è altro che un'incontrollata distesa di erbacce. A quanto pare, a lui non interessa il prato inglese; correre tra i "peru peru" e terrorizzare le tartarughe sembra proprio renderlo felice. Ditemi quel che volete, ma i cani sorridono! E per sorridere si accontentano di molto meno di ciò che serve a noi umani...
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